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martedì 17 dicembre 2013
Doppio volto e il comunicato CISL UIL

Doppio volto e il comunicato CISL UIL


Durante i diversi incontri avvenuti tra Sindacati e Dipendenti BT, si è messa in evidenza, diverse volte in realtà, la necessità di una partecipazione maggiore da parte dei Dipendenti stessi, una sorta di "richiesta di intervento" reclamato dalle RSU, cercando di trasmettere il messaggio che l'unione fa la forza (siamo d'accordo) e che sarebbe stata imprescindibile la presenza dei lavoratori ai presidi organizzati davanti i diversi palazzi (Regione Lazio, Ministeri e Consolati o Ambasciate Britanniche...).

In effetti è vero,inizialmente i lavoratori dapprima debolucci e titubanti se ne sono fatti una ragione e in un lento crescendo (piano,piano) si sono presentati agli eventi fino al climax di Via Fornovo del 04 Dicembre.

Qui, come richiesto, i lavoratori si sono fatti sentire.

Ma ora a distanza di tempo leggendo il comunicato CISL / UIL (già un piccolo passo di riavvicinamento è stato fatto...) è saltata all'occhio la sua contraddizione.

Vediamo:


"...e un clima di Tensione esercitato da alcuni lavoratori - forse nemmeno impattati dal perimetro degli esuberi - non hanno consentito di sottoscrivere l'accordo " ?
Tu, Sindacato,  che hai fatto lotte ben più infiammate mi vieni a dire che quelli sono momenti di tensione? E il giorno prima che c'erano in quello stesso luogo i "Bros disoccupati Napoletani ", cosa era ? Apocalisse?

Dal canto nostro a breve pubblicheremo il video di quella giornata..

Inoltre i lavoratori all'esterno del Ministero, essendo meno di 122, erano TUTTI potenzialmente impattati (che brutta parola!), tanto è vero che i quattro destinatari delle prime lettere di licenziamento di Roma erano tutti presenti!

Poi subito dopo sempre dal comunicato:


Solidarizzare? ma se un paragrafo prima, tali lavoratori  sono stati "etichettati" quasi come eversivi ! E questo già dal giorno stesso dove scovando in rete abbiamo trovato un tweet di Salvo Ugliarolo (Segretario Nazionale UIL e cofirmatario del documento) in cui si fa riferimento ai momenti di tensione e addirittura ad un intervento della Digos!


LA DIGOS?!?!?? Ma noi pensavamo esistesse solo nei film! In realtà erano già presenti due camionette di Carabinieri che abbiamo poi incontrato a fare colazione al vicino bar.

Ora se c'è sfuggito qualcosa, dato che girava voce che alcuni Sindacalisti fossero stati "minacciati", chiediamo scusa perché non lo abbiamo notato, ma in questi casi crediamo sia auspicabile effettuare regolare denuncia alle autorità compententi ! o no? Se non altro per non lasciare nulla di intentato come invece sta accadendo adesso.

No, giusto per capire! Perché molti di noi pensano che questo puntare il dito contro i dipendenti, invece di lavorare insieme, sia la conseguenza innaturale di una sorta di fastidio delle OO.SS di aver visto ridotto il proprio potere decisionale, e di non accettarlo perché questo li avrebbe resi meno protagonisti.

Questo perché c'è stata l'imposizione fatta dall' assemblea di non volere accordi di demansionamento e di trovare soluzioni alternative? Ed ora per farci pagare il nostro interventismo e per riaffermare il proprio status, decidono di fare l'accordo anche senza CGIL  disposti anche ad affrontare le eventuali ripercussioni legali di un'intesa contestata, come riportato qui dal corriere delle comunicazioni ?

Due facce!


E allora come mi vorresti ? Vediamo un pò !
Volendo essere onesti c'è molto di più.
Mi sforzo di piacerti, ci provo ma Tu,
Tu invece insisti che vuoi trasformarmi
Tu credi che basti?



I Dipendenti BT.
domenica 15 dicembre 2013
Punto di non ritorno?

Punto di non ritorno?

Sabato 14 Dicembre alcuni colleghi hanno ricevuto un telegramma da BT che l'informava che "con effetto immediato" erano stati licenziati.

BT ha voluto dare una prova muscolare come risposta al mancato accordo del 4 dicembre.

Avrebbe potuto cominciare, se proprio aveva la necessità di mandar via persone, dai 55 volontari che ormai non vedono l'ora di poter chiudere questo capitolo della loro vita per aprirne un altro.

Invece no, hanno cominciato dagli altri 67.

Dai 67 colleghi che, chi più chi meno, hanno contribuito all'affermazione di BT in questi anni sul mercato delle telecomunicazioni e per questa ragione avrebbero meritato maggiore impegno da parte di BT per ricercare una soluzione meno drammatica ed un accordo con i sindacati.

Trovare un "giusto compromesso" tra posizioni che non erano poi così distanti, era un dovere morale per i sindacati ma anche per l'azienda nella quale noi dipendenti lavoriamo.

Siamo arrivati quindi ad un punto di non ritorno?

Ci auguriamo di no, speriamo che l'azienda stessa faccia un passo deciso verso il raggiungimento di un accordo: ritiri quindi questi licenziamenti e convochi immediatamente le parti sociali.

Ai nostri dirigenti delle risorse umane ed al nostro amministratore delegato chiediamo con forza di pensare alla disperazione nella quale intere famiglie sono state gettate.

Considerando che la nostra casa madre è Inglese e che siamo sotto il periodo natalizio, suggeriamo inoltre una costruttiva lettura: A Christmas Carol di Charles Dickens

I dipendenti BT
giovedì 12 dicembre 2013
Nessuna strumentalizzazione, nessuna marcia indietro.

Nessuna strumentalizzazione, nessuna marcia indietro.

Per evitare che la nostra iniziativa festosa possa essere fraintesa e strumentalizzata, abbiamo deciso di evitare di portare la nostra causa all’attenzione dell’opinione pubblica durante un evento nel quale è d’obbligo superare i propri egoismi a favore di un altruismo disinteressato.

 

Noi, dipendenti BT, pur sapendo che facendo ciò rinunciamo alla possibilità di avere “visibilità”, vogliamo dimostrare che abbiamo a “CUORE” i problemi del sociale tanto da non manifestare (anche se in maniera festosa e pacifica), per questa volta, la nostra situazione e le nostre legittime rivendicazioni.

 

Speriamo che la direzione di BT Italia, con cui condividiamo gli alti obiettivi sociali di Telethon, dimostri la stessa attenzione al “sociale” riconsiderando strumenti alternativi al licenziamento collettivo.

 

Non esporremo nessuno striscione domenica, ma con forza ribadiamo

 

BT ITALIA per TELETHON = CI PIACE!

BT ITALIA licenzia 122 dipendenti = NON CI PIACE!!

 

 

I dipendenti BT

 

mercoledì 11 dicembre 2013
FACCIAMOCI SENTIRE, FACCIAMOCI VEDERE!!

FACCIAMOCI SENTIRE, FACCIAMOCI VEDERE!!






Domenica 15 dicembre una squadra di valenti colleghi podisti BT parteciperà ad una staffetta per raccogliere i fondi per TELETHON.

Questa è la classica occasione con la quale possiamo unire l’utile al dilettevole.


Serve un gruppetto di persone che, oltre a tifare per i nostri porta colori, esprimano l’ apprezzamento dei dipendenti al fatto che BT Italia sia solidale agli obiettivi di Telethon ma che nel contempo manifestino il nostro dissenso alla procedura di licenziamento messa in atto.

Per lo scopo stiamo preparando uno striscione con la frase:

BT ITALIA per TELETHON = CI PIACE!
BT ITALIA licenzia 122 dipendenti = NON CI PIACE!!

Ovviamente l’iniziativa avrà senso e successo se almeno 15 colleghi si metteranno a disposizione per tenere lo striscione e per far sentire il proprio tifo!

Speriamo di attirare l’attenzione di qualche media.

L’appuntamento è per

Domenica 15 dicembre alle ore 8,30 a Piazza di Siena (Villa Borghese)

Invia la tua adesione scrivendo a dipendentibt@gmail.com

A QUESTO PUNTO IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA DIPENDE DA TE

Cosa prevede l'accordo tra sindacati e VODAFONE?

Cosa prevede l'accordo tra sindacati e VODAFONE?



Alle assemblee, i sindacalisti territoriali continuano a far riferimento all'accordo Vodafone... Ma cosa dice esattamente l'accordo e che garanzie occupazionali fornisce?

Segue il comunicato stampa della Vodafone che descrive i punti salienti dell'accordo. Nella bacheca sindacale di Roma trovate anche due pagine dell'accordo con qualche dettaglio tecnico ulteriore firmato dai sindacati (questa volta) uniti. Buona lettura....

Comunicati stampa 2013

VODAFONE: FIRMATO ACCORDO CON I SINDACATI - PIANO DI TRASFORMAZIONE E RILANCIO ATTRAVERSO SOLUZIONI SOSTENIBILI

Mobilità volontaria e incentivata, contratti di solidarietà, valorizzazione Premio di Risultato con nuovi strumenti di welfare

Roma, 06 maggio 2013

Vodafone Italia, le Organizzazioni Sindacali Nazionali del settore delle Telecomunicazioni e il Coordinamento Nazionale delle RSU hanno ratificato, presso il Ministero del Lavoro, l’accordo per la ridefinizione complessiva del costo del lavoro e per la gestione della riduzione di 700 persone in esubero appartenenti a funzioni di staff e supporto, e non a diretto contatto con il Cliente.

La trattativa ha avuto come obiettivo l’individuazione di un equilibrato bilanciamento tra esigenze dell’azienda e soluzioni sostenibili per le persone, in un difficile contesto di mercato determinato dalla crisi macroeconomica, dalla forte pressione competitiva, dal drastico calo dei prezzi, e dagli interventi regolatori. Fattori che stanno influenzando in modo molto critico l’andamento del settore delle telecomunicazioni.

L’accordo, frutto di un percorso di dialogo intenso e costruttivo con il Sindacato, e che ha visto momenti di confronto con i dipendenti, è stato guidato dalla reciproca volontà di trovare soluzioni non traumatiche, attraverso il ricorso a strumenti socialmente sostenibili per le persone e per l’azienda.

Sono stati individuati i seguenti strumenti volti a ridurre l’impatto sociale derivante dalla necessità di adeguare l’organizzazione al nuovo contesto:

-    Mobilità volontaria e incentivata
-    Eventuale ricollocazione presso partner
-    Ricorso a contratti di solidarietà in alcune funzioni
-    Passaggi a part time fino a un tetto massimo
-    Possibile ricollocazione interna, anche attraverso inquadramento a livello immediatamente inferiore

L’azienda ha messo a disposizione un piano di incentivi che si declinano a seconda degli strumenti e della scelta dei tempi e delle modalità.

Verrà inoltre mantenuto l’assetto organizzativo derivante dall’accordo per i prossimi tre anni.

E’ stata poi raggiunta un’intesa per riequilibrare il profilo economico e normativo di alcuni istituti con l’obiettivo di contribuire alla sostenibilità e competitività di Vodafone:

-    Parziale assorbimento degli aumenti previsti dal rinnovo del Contratto Nazionale delle Telecomunicazioni, secondo una logica di progressività in funzione del superminimo individuale
-    Premio di Risultato
-    Fruizione ferie e permessi

Nell’ambito dell’accordo, l’azienda ha dato disponibilità ad un’ulteriore apertura all’utilizzo del part time e ha introdotto per la prima volta nel settore delle telecomunicazioni la possibilità di valorizzare il premio di risultato con la scelta di innovativi strumenti di welfare aziendale.

L’azienda riconoscerà un contribuito di 1000 euro sotto forma di una tantum per l’anno che si e’ appena concluso.

Vodafone Italia e il Sindacato hanno concordato un percorso di costante monitoraggio dell’implementazione dell’accordo, a livello nazionale e territoriale, con l’obiettivo di assicurare una coerente gestione del piano e degli strumenti previsti.

L’accordo pone le basi per il piano di trasformazione e rilancio dell’azienda, della sua competitività sul mercato e sostenibilità futura. Un modello operativo più agile e di maggiore focalizzazione organizzativa e di business, indispensabile per continuare ad investire sugli elementi di differenziazione, a partire dalla Rete e dal Servizio al Cliente, e proseguire la strategia di investimenti in Italia.
martedì 10 dicembre 2013
Lettera dei Dipendenti BT ai sindacati

Lettera dei Dipendenti BT ai sindacati


In seguito all’incontro del 4 dicembre 2013 al Ministero del Lavoro, ieri 9 dicembre nella sede BT di Bianchini si è tenuta un’assemblea indetta dalla sola CGIL per spiegare gli esiti dell’incontro tra azienda e sindacati con la mediazione del Ministero del Lavoro.

L’assemblea, avendo dato un preciso mandato ai rappresentanti sindacali nell’assemblea del 3 dicembre, non comprende come possa essere avvenuta una spaccatura tra le sigle sindacali a fronte di una posizione dell’azienda che non è cambiata.

L’azienda, nei 3 incontri al Ministero del Lavoro, è rimasta ferma nelle sue posizioni.

Dal punto di vista dei dipendenti, sono incomprensibili le seguenti azioni sindacali:

·         aver preso in considerazione di firmare un accordo, con una volontà contraria dei lavoratori rappresentati (CISL e UIL)

·         aver lasciato il tavolo della trattativa senza aver presidiato la stesura del verbale finale dell’incontro (CGIL)

·         aver indetto assemblee separate delle sigle sindacali per la comunicazione dei risultati dell’incontro al Ministero del Lavoro (le 3 sigle sindacali)

I dipendenti BT Roma intervenuti nell’assemblea indetta dalla sola CGIL invitano le 3 sigle sindacali a mettere da parte i conflitti che appaiono piovuti dall’alto, cioè dalle segreterie nazionali, o comunque che non derivano dalla dialettica sindacale, interna a BT.

I dipendenti BT Roma chiedono alle 3 sigle sindacali:

·         che indicano nuovamente assemblee unitarie di tutti i loro rappresentati affinché le varie posizioni si confrontino, come avvenuto fino ad oggi.

·         che riprendano il dialogo con l’azienda sulla base del mandato assembleare ricevuto dai lavoratori

·         che si utilizzino tutte le forme di pressione in loro possesso per convincere/piegare l’intransigenza aziendale

·         che indicano, al più presto, nuove elezioni per rinnovare le rappresentanze sindacali della sede di Roma ormai decadute. Delle altre sedi perché a fine mandato. Così da tornare ad avere una rappresentanza sindacale pienamente legittima.

I lavoratori della sede BT di Roma (assemblea del 9 dicembre 2013)

INVIATA A

Destinatari di questa lettera:

Pietro Fazio                       CISL territoriale                                               pietrofazio@yahoo.it

Paolo Terrinoni                CISL territoriale                                               fistel.lazio@cisl.it          

Alessandro Faraoni        CISL nazionale                                  alessandro.faraoni@cisl.it         

Giorgio Serao                    CISL nazionale                               
g.serao@cisl.it

Saverio Russo                   CISL                                                      saverio.russo@cisl.it    

Andrea Cristiano             RSU CISL                                             andrea.cristiano@bt.com         

Salvatore Ugliarolo         UIL nazionale                                    uilcom@uilcom.it          

Angelo Ugnetta               UIL nazionale                                    uilcom@uilcom.it

Marcello Riccardi             RSU UIL                                                              marcello.riccardi@bt.com         

Antonio Romano             CGIL nazionale                               

Giulia Bonelli                     CGIL territoriale Lombardia        giulia.baronio@cgil.lombardia.it             

Barbara Cosimi                 CGIL territoriale Roma                  b.cosimi@gmail.com

Fabrizio Micarelli             CGIL territoriale Roma                  fabrizio.micarelli@alice.it          

Si chiede a Barbara Cosimi e/o Fabrizio Micarelli di far pervenire questa lettera ad Antonio Romano.
venerdì 6 dicembre 2013
La ragione ed il torto..

La ragione ed il torto..


In questi ultimi due giorni gli eventi sono precipitati rapidamente e ci troviamo in una situazione grave che, con l’arrivo delle prime lettere di licenziamento, diverrà drammatica.

Ognuno, a suon di comunicati, esprime la sua visione dei fatti e definisce, come un oracolo, le sue ragioni.

Leggo ed ascolto con attenzione tutte le versioni ma non riconosco in maniera chiara chi ha “ragione”, invece molto chiaramente vedo chi ha torto.

Ha torto l’azienda che pensa che i lavoratori non abbiano capito cosa sta accadendo, ma soprattutto ha torto nel pensare che abbiamo solo egoisticamente a cuore il nostro posto di lavoro (comunque già questo sarebbe legittimo). Chi si è adoperato fattivamente per la crescita di questa azienda, crede che risparmiare tagliando sul capitale umano significherebbe la fine e non la rinascita di BT Italia.

Ha torto il ministero del lavoro che avrebbe dovuto difendere meglio i soldi che i contribuenti italiani danno allo stato per gli ammortizzatori sociali, costringendo azienda e parti sociali a stare al tavolo delle trattativa ad oltranza fino al raggiungimento di un accordo che salvaguardasse posti di lavoro.

Hanno torto i sindacati che, nel momento topico, hanno preferito dividersi evidenziando la mancanza di una strategia comune (non mi sembra di aver mai sentito nessuno affermare che “la divisione fa la forza”)

Hanno torto in particolare CISL/UIL che non hanno tenuto conto del mandato chiaro dei lavoratori.

Ha torto la CGIL che ha abbandonato le trattative invece di continuare a lottare come ci aspettavamo noi lavoratori (e non mi venite a parlare di fuga strategica).

Hanno torto le nostre RSU che davanti ai sindacalisti di ”mestiere” non fanno sentire con forza e determinazione la voce della “rappresentanza”.

Ed infine abbiamo avuto torto noi lavoratori che credevamo che il buon senso avrebbe avuto la meglio sugli interessi di parte.

Luigi delle Bicocche 
giovedì 5 dicembre 2013
Assemblea CGIL Sede di Roma - 09 Dicembre 2013

Assemblea CGIL Sede di Roma - 09 Dicembre 2013




Lunedì 9 Dicembre 2013 presso la sala Auditorium di Via Bianchini 15, si svolgerà l'assemblea retribuita dalle ore 10.00 alle 11.00.


All' ordine del giorno il tema : "Risultato dell'incontro Azienda-Sindacati del 04 Dicembre 2013 presso il Ministero del Lavoro"


Naturalmente si richiede la partecipazione di tutti.
martedì 3 dicembre 2013
Il Kit del Manifestante

Il Kit del Manifestante



Mai avrei pensato di scendere in piazza a 40 anni per difendere il mio lavoro, anche perché, chi dovrebbe mai attaccarlo se si dice che è ciò che nobilita l'uomo? Che ingenuo...


HO CAPITO SONO INCAPACI  ! Ma allora non posso delegare la mia nobiltà a chi è incapace e vuole distruggere la NOSTRA Azienda.

Allora scendo in piazza a 40 anni quando credevo che :  si, basta con le pantere e i ragazzi del 86 basta con i sit-in al ministero e le occupazioni; adesso sono genitore, sono un umile impiegato ma ancora adesso devo scendere in piazza per non restare a casa.

E allora se scendo in cantina e mi riprendo il kit del bravo manifestante ?
  • 1) Coperchio di una Pentola (diametro 28 potrebbe servire anche da scudo!)
  • 2) Cucchiarella/Sgommarello non per cucinare ma per sbattere sul suddetto.
  • 3) Trombette , fischietti, tamburi , Tric trac etc,etc per fare rumore!
  • 4) Pennarelli e Lenzuoli usati per fare striscioni 
  • 5) Tappi per le orecchie ....
  • 6) Chi ha idee le proponga: i commenti in fondo alla pagina sono abilitati!


giovedì 28 novembre 2013
Pensavo fosse lotta invece era nascondino...

Pensavo fosse lotta invece era nascondino...

Sono quasi 24 anni che lavoro ma non ho una grande esperienza di lotta sindacale.
Eppure, fino a qualche anno fa, ero nientepopodimeno un metalmeccanico, ma lo ero solo perché le aziende che operavano nelle TLC, in assenza di un contratto specifico, adottavano quello a loro più conveniente.

Ho visto, in questi venti anni, migliaia di lavoratori scioperare e scendere in piazza contro le riforme pensionistiche, per i rinnovi contrattuali, contro la riforma dell’articolo 18, ma alla stragrande maggioranza dei colleghi della mia azienda sembrava non interessare.

I pochi che partecipavano attivamente alla protesta, venivano considerati degli scansafatiche che trovavano divertente urlare in piazza. Sembrava che i problemi di alcune categorie di lavoratori non ci riguardassero, nella nostra campana di vetro le tute blu non entrano: noi abbiamo giacca e cravatta o tailleur.

Poi avviene quello che non ti aspetti: cominciano con piccole cose, tanto per farci abituare all’idea…

Ci tolgono i boccioni dell’acqua, poi la navetta aziendale, assorbono gli aumenti contrattuali, tolgono il premio produzione e poi ci dicono sei un esubero!

La parola “esubero” per molti funziona come la frase “alzati e cammina” per Lazzaro. Chi fino a ieri viveva felice nel mondo onirico che si era costruito, ricade improvvisamente nel mondo reale facendo proprio un linguaggio di cui non conosce bene il significato ma, che notoriamente, si usa in certi casi : “lottiamo per la difesa del lavoro”, “sciopero ad oltranza”, “occupazione degli uffici”. Gli auditorium si riempiono durante le assemblee sindacali e s’innesca la gara tra colleghi a chi riesce a proporre l’idea di lotta più estremista sconfinando a volte nell’illecito.

Tutti sembrano pronti al grande gioco della lotta sindacale!

Ma il gioco non lo facciamo da soli ed il nostro avversario è più scaltro e furbo di noi. Al nostro avversario basta poco per incrinare l’unità della nostra squadra: alla parola “esubero” aggiunge informazioni che permettono di identificare meglio i gruppi a cui il termine è rivolto.
Solo questo basta per disgregare le nostre truppe.
Gli auditorium si svuotano e le iniziative di lotta falliscono per assenza di “giocatori”.

Ma il nostro avversario vuole stravincere al gioco della lotta sindacale e nei corridoi cominciano a girare i nomi e cognomi degli esuberi e si lascia intendere che “gli altri” sono salvi perché fondamentali all’azienda. L’egoismo da la spallata finale agli istinti bellicosi dei lavoratori, ma ammettere di aver abbandonato la “guerra santa” della difesa del lavoro non è facile: serve un alibi! E questo lo si trova nella disorganizzazione sindacale tipica in aziende poco “sindacalizzate“ come la nostra : a chi abbandona la lotta, prima di cominciare la battaglia, gli basta ripetere come un mantra la frase “colpa dei sindacati che sono d’accordo con l’azienda per salvare il culo alle RSU” per fare pace con la propria coscienza

Il gioco della “lotta sindacale” è già finito, senza ammetterlo siamo passati a giocare a nascondino.
Ora l’azienda “tanerà” i primi 122 che non si sono nascosti bene.
Chi ora però si sente salvo, nascosto nel suo cantuccio deve sapere che, prima o poi, sarà anche lui “tanato”, perché in questo “nascondino” non esiste il “tana libera tutti”…

Firmato
Luigi delle Bicocche
lunedì 25 novembre 2013
L’indignazione ti moltiplica le forze

L’indignazione ti moltiplica le forze

Sarà che l’indignazione ti moltiplica le forze, che il sentirsi toccati ti motiva come dovrebbe essere ogni giorno, o magari solo che quest’azienda le cose migliori le ha prodotte quand’era fatta di metalmeccanici, e le tute blu, si sa, sono abituati alla lotta e alla fatica; fatto sta che, da Giovedì, anche BT ha il suo autunno caldo, in una giornata che calda proprio non era.

In questo tempo ormai esausto di esuberi a tre zeri e precari che sfilano a plotoni, i licenziamenti annunciati dall’azienda sono un pugno di mosche, un soffio contro il vento. Notizia degna al più di un trafiletto.

Ma, se l’azienda fa 125, la paura farà solo 90 ma il nostro drappello fa ben di più. E si presenta compatto a popolare lo spiazzo antistante Porta Pia. Nel luogo simbolo, porta un altro simbolo, Senza neanche rendersene conto,
proprio dove fu fatta l’Unità porta il messaggio che i lavoratori sono uniti a dire no. 

La pioggia rende il tutto un po’ epico, ci bagna ma ci è amica, perché ci rende chiassosi, che è quello per cui ci troviamo lì.

Non è una gita di piacere, ma la musica e un po’ di ostinato buonumore rinfrancano lo spirito e la mattinata scorre via. La delegazione viene ricevuta da un' addetta che, a quanto si dice, è il massimo che ci possano concedere.

Forse avrà preso nota.
Forse con quelle note, appena girato l’angolo, si sarà soffiata il naso. Chi lo sa; l’importante era dare un messaggio.
Quello vero.
Quello che, pur se stanchi e fiaccati, i dipendenti di BT sono lì a protestare. Anche questa volta. E anche la prossima, se occorrerà.
mercoledì 20 novembre 2013
Comunicato alla stampa e organi di informazione

Comunicato alla stampa e organi di informazione

Gentile Redazione, siamo lavoratrici e lavoratori della società British Telecom Italia SpA (BT Italia) ed abbiamo deciso di scriverVi per portare alla Vostra attenzione, e più in generale all’attenzione dei media, la nostra situazione.
BT Italia è la filiale italiana dell’importante società britannica British Telecom Group; è un operatore di telecomunicazioni dedicato unicamente alle aziende e alla pubblica amministrazione ed è presente sul territorio nazionale con sedi a Milano, Roma (le principali), Torino, Padova, Firenze, Bologna e Napoli. Negli ultimi 4 anni ha attuato una continua riduzione del personale aprendo due procedure di mobilità per un totale di 520 esuberi trasformata poi attraverso gli accordi sindacali, in mobilità “volontaria” e CIGS per tre anni, portando una riduzione dell’organico pari a 400 lavoratori. Attualmente BT Italia conta 947 dipendenti (a questi vanno aggiunti un centinaio di dirigenti, con un rapporto 1 dirigente ogni 8 lavoratori!!).

Anche quest’anno l’azienda ha comunicato la necessità di un’ulteriore riduzione del personale stimato in 147 elementi (tra i dipendenti) ed ha pertanto attivato, agli inizi di settembre, una nuova procedura di mobilità (L.223/91).

I rappresentanti dei lavoratori, con tutte le sigle sindacali mai così compatte, hanno chiesto l’apertura di un tavolo di trattative per valutare la possibilità di ridurre l’impatto sociale, che considerato il momento storico sarebbe catastrofico per molte famiglie, utilizzando strumenti diversi dalla mobilità secca (come ad esempio i contratti di solidarietà) ma da parte dell’azienda c’è stata una chiusura totale al dialogo ed al confronto con le parti sociali (hanno solo preso discutibili iniziative unilaterali).

Le lavoratrici ed i lavoratori di BT Italia hanno fatto uno sciopero il 10 ottobre e si apprestano ad una nuova mobilitazione nazionale per il 21 novembre (manifesteremo dalle 9.30 alle ? a Porta Pia, a Roma nei pressi dell’Ambasciata Inglese) alla luce del fallimentare incontro, avvenuto il 18 novembre, tra azienda e sindacati presso il Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali. In questo incontro infatti l’azienda ha continuato a non essere disponibile ad un confronto.

Vedere che BT, in UK, “investe” la bellezza di 897 milioni di sterline in tre anni per trasmettere le partite di Champions e dell’Europa League (nel 2012 Sky si era fermata a meno di 500 milioni) e in Italia approfitta dei nostri ammortizzatori sociali, senza adoperarsi ad un confronto con i sindacati per ridurre gli effetti drammatici alle famiglie interessate, ci fa rabbia ed indignazione.

A questo punto abbiamo deciso di scrivervi per portare alla Vostra attenzione, tra le tante che vi giungono, anche questa nostra realtà. Abbiamo bisogno di visibilità per rendere la nostra lotta per il diritto al lavoro più efficace, abbiamo bisogno anche del Vostro aiuto.

Grazie in anticipo

Le lavoratrici ed i lavoratori di BT Italia
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